Scritto da Giovanni Malatrasi Gerani | 7′ di lettura
Storia, paesaggi, gusto, spontaneità, e benessere: queste sono le cinque caratteristiche che la nostra amata terra possiede indiscutibilmente. Secondo noi c’è Montegridolfo tra i borghi più belli d’Italia: scoprilo insieme a noi!
Grazie alla nostra particolare conformazione geologica, noi Italiani, possiamo vantarci di avere un grande numero di borghi, perlopiù piccoli e con pochi abitanti.
Tuttavia, <<Nella botte piccola c’è il vino buono!>>
Potrebbe risultare una frase fatta o di convenienza: beh, non è proprio questo il caso di Montegridolfo!
Ricchissimo di bellezze naturali e architettoniche, di strette e pittoresche viuzze, di scorci e deliziose locande, trovano spazio anche una bellissima chiesetta e un museo storico.
Questo borgo meraviglioso si trova tra le Marche e la Romagna, stretto tra Mondaino e Saludecio.
Cosa stai aspettando? Vieni con noi tra i borghi più belli d’Italia alla scoperta Montegridolfo.
Montegridolfo tra i borghi più belli d’Italia: un’eredità Latina
Montegridolfo deve il suo nome dalla parola latina Mons Reduvius, ovvero monte sterposo.
Contrariamente alla tradizione della nobile famiglia che diede il proprio nome al castello, fu proprio quella famiglia ad assumere il nome del luogo, cioè Gridolfi, giungendo qui nel 1248 quando il toponimo Monte Gridolfo già esisteva.
Tuttavia, nel 1250 prese il nome di “Castrum”, cioè Castello.
Fu sempre territorio di confine. Territorio che fu conteso tra i Malatesta a Rimini e i Montefeltro a Urbino.
Ciononostante, rimase sempre alleato Malatestiano, fino al 1400 quando passò sotto lo Stato Pontificio.
La posizione del borgo: abbarbicato nell’entroterra, sognando il mare
Montegridolfo è situato nell’alta valle del conca, nella provincia di Rimini.
È considerato l’ultimo lembo della Romagna al confine con le Marche.
Seguendo le norme e lo stile dell’architettura Malatestiana, Montegridolfo, presenta una pianta poligonale contornata da 4 torrioni e mura a sbalzo. Quest’ultime conferiscono al borgo maggiore stabilità.
Nel 1400 eliminarono il ponte levatoio, e trasformarono il torrione che ingloba l’ingresso nel campanile tutt’oggi utilizzato.
L’impianto urbanistico è ancora quello medievale: il terrapieno è circondato da forti mura fiancheggiate da torrioni.
Dentro le mura vi sono strette stradine su cui si affacciano le casette; alcune abitate come residenza principale, altre utilizzate per le vacanze.
Il microcosmo del borgo appare oggi in tutta la sua suggestione rimanendo sospeso nel tempo: basta un buon calice di vino all’interno delle mura e capirete di cosa stiamo parlando.
La natura del borgo: il restauro e la sua integrità
Il territorio è tipicamente collinare con oliveti circolari che circondano il borgo fortificato dalle mura.
Ci troviamo a circa 20km dal mare tra Cattolica e Pesaro, pensate: il borgo conta circa 30 abitanti.
Dalla piazzetta centrale del borgo, luogo di ritrovo e convivialità tra i paesani (che non vi nascondiamo, si conoscono ovviamente tutti!) partono 3 viuzze che vanno a convergere verso il torrione di ponente.
Negli anni 80 del secolo scorso venne effettuato un accurato restauro sotto la supervisione dei beni architettonici di Ravenna. Ogni elemento è al posto giusto perché ci racconta com’era all’inizio e come si è venuto rimodellando nei secoli. Tra i borghi italiani non è facile trovare questa caratteristica: molti furono grevemente colpiti da incendi, saccheggiati, depredati, o ancor peggio rasi al suolo durante la guerra.
Montegridolfo mantiene intatta la sua natura, ed è proprio quest’ultima che fa di questa bomboniera un vero e proprio gioiellino nell’entroterra della Riviera.
La chiesa e la pala d’altare: la gemma di Montegridolfo
Come conferma la sua entrata con una volta ad ogiva gotica la chiesa di San Rocco sorge alle pendici di Montegridolfo.
Questa chiesetta, per posizione e dedicazione, deve essere sorta accanto ad un ospedale per i pellegrini.
Si possono ammirare due affreschi staccati della Madonna con Bambino adorata da un San Sebastiano dalle fattezze femminili e caravaggesche trafitto da una sola freccia, assieme a San Rocco.
Guido Cagnacci si occupò di raffigurare questa meravigliosa tela nel 1600.
La linea gotica: il conflitto e il ruolo militare di Montegridolfo
Montegridolfo dall’ottobre del ’43 all’agosto del ’44 prese parte alla linea gotica: la linea difensiva che partiva da Pesaro per giungere fino Pisa.
In virtù della sua importanza militare durante la Seconda Guerra Mondiale, Montegridolfo ospita uno dei musei bellici più importanti d’italia: il Museo della Linea dei Goti.
Essa, infatti, sorgeva a vicinissimo alla Linea Gotica e fu quindi pienamente investita dall’Operazione Olive.
Questo era il nome in codice del piano d’attacco a tenaglia alla linea difensiva tedesca ideato dal generale Alexander. Egli era il comandante delle forze armate alleate durante la campagna d’Italia.
L’offensiva, nota in Italia come Battaglia della Linea Gotica, si caratterizzò per una sequela di lunghi e sanguinosi combattimenti durati quasi due mesi.
Montegridolfo si ritrovò nel mezzo della battaglia verso la fine di agosto, la 46ª Divisione britannica attaccò i tedeschi.
Il museo della Linea dei Goti si propone di ricordare.
Montegridolfo vuole ricordare le terribili condizioni di vita di militari e civili nel periodo del passaggio del fronte nel suo territorio.
Insieme alla vicina Gemmano, è stato uno degli ultimi capisaldi orientali della Linea dei Goti.
Il Museo recupera il nome dato da Hitler alla linea di difesa costruita lungo gli Appennini nel 1943-44: Goten Linie, ossia Linea dei Goti, detta in seguito Linea Gotica.
Il museo di Montegridolfo: l’importanza della memoria
Il museo è stato appositamente costruito nella zona in cui i tedeschi stabilirono un punto di osservazione verso la Valle del Foglia, dove gli Alleati avrebbero attaccato per irrompere nella pianura padana.
Ideato dal Comune di Montegridolfo nel 1985, viene realizzato solo vent’anni dopo: è stato infatti inaugurato nel 2002 in un locale in cemento armato, appositamente costruito nel 1990 fuori dalle mura del castello.
Il museo è organizzato in due sezioni: la prima espone cimeli di guerra e armi usate nel conflitto, la seconda è riservata alla propaganda di guerra e alla stampa. Troverete avvisi, manifesti, fogli volanti, cartoline, locandine e giornali di guerra delle date cruciali del 1943-45.
Il museo possiede anche una raccolta di fotografie e filmati riguardanti fatti di guerra avvenuti nel territorio di Montegridolfo.
Quello che ci riscalda il cuore è che alla raccolta dei cimeli ha partecipato tutta la popolazione.
Avendo segnato in larga parte le vite dei nostri nonni, le storie di Guerra sopratutto in Romagna, restano vive nella memoria delle persone.
La cucina: Montegridolfo e le sue specialità culinarie
Forbes tra le liste e i premi che stila ogni hanno ha attribuito la miglior cucina mondiale all’Emilia Romagna.
Noi di Living Riviera siamo completamene concordi!
La Romagna ha forse la più grande varietà di cibo esistente sul pianeta terra: infatti, negli ultimi anni le coltivazioni e gli allevamenti biologici stanno ricoprendo un ruolo cruciale nei mercati regionali.
L’entroterra Romagnolo si è sempre distinto per una spiccata qualità riguardo la cacciagione, gli insaccati, le erbe aromatiche e i piatti caldi che ci coccolano e che tanto amiamo durante l’inverno.
Montegridolfo tra i borghi più belli d’Italia recita la parte del protagonista all’interno di questa grande selezione.
Scoprendo le locande del paesino, abbiamo notato un elemento che accomuna i vari ristorantini: tutti fanno della tradizione un orgoglio, la pasta è ancora fatta in casa, e le tagliatelle vengono tutt’oggi tirate dalle mamme dei ristoratori. La genuinità si sa, è forse il miglior pregio dei Romagnoli!
Se dovessimo fare una lista dei migliori piatti romagnoli probabilmente scriveremmo un papiro, e quindi ci limitiamo ai nostri preferiti: tagliatelle al ragù e ai funghi, ravioli di carne, e strozzapreti pasticciati al sugo.
Nei secondi non potremmo non citare l’agnello, il coniglio, il pollo e il piccione ripieno cucinati al forno. Una fetta importante della gastronomia romagnola sono i salumi e formaggi, che la fanno da padrona.
I sapori della collina, si sposano alla perfezione con il Sangiovese di Romagna e il Trebbiano.
Montegridolfo tra i borghi più belli d’Italia: perchè l’abbiamo scelto
Montegridolfo sembra sottrarsi al presente: è un paese sospeso nel tempo.
La sua storia nella prima metà del ‘900 è ben chiara a tutta la popolazione.
Tuttavia, sono proprio le persone che fanno dell’integrità un pilastro sul quale si erge la comunità.
Questo borgo non è tra i più blasonati d’italia, non strilla a tutti quanti la sua storia marchiata col sangue e la resilienza, non è patinato, e non è neppure luogo di nascita di importanti artisti, letterati o pittori.
Allora perchè avete scritto un articolo su Montegridolfo?
Abbiamo scritto un articolo su Montegridolfo perchè ci ha colpito la sua voglia di normalità e la sua forte memoria storica.
Le mattine d’inverno sono lunghe, Montegridolfo sembra dire con orgoglio agli altri che quella nebbia ce l’hanno solo lì.
I giovani studiano fuori. Nonostante ciò, provate a chiedere a uno di loro cosa provano quando sono fuori sede.
Il romagnolo per natura è affezionato e visceralmente attaccato alla sua terra, perchè? Perchè le colline lo proteggono.
L’entroterra fatto di viste sul mare e pascoli, di vigneti e boschetti, di borghi e castelli, culla da sempre il nostro romantico immaginario di un’Italia che non c’è più.
Pensare che ci siano dei paesini così raccolti, così intimi, dove puoi quasi annusare le storie delle altre persone e fiutare il loro umore, per noi è molto rassicurante.
Noi di Living Riviera vogliamo mostrarvi quanta bellezza c’è nella nostra lingua di terra, obnubilata e per anni considerata solo il “divertimentificio italiano”.
Per questo abbiamo scelto Montegridolfo: perchè ti sussurra la sua storia senza bisogno di scriverla su Facebook.