Scritto da Giovanni Malatrasi Gerani | 5′ di lettura
I colori d’autunno: un viaggio sensoriale.
Non so descrivere i colori dell’autunno, perchè per me non si tratta solo di colori.
Quando alle elementari mi chiesero di descrivere la stagione autunnale credo di aver risposto che a me non piaceva perché non potevo più giocare a calcio in spiaggia con i miei amici.
20 anni dopo la penso un pò diversamente.
E se me lo chiedessero ora: “Cos’è l’autunno per te?”
Non è una domanda semplice da rispondere, sopratutto per chi vive nella Riviera Adriatica.
L’etimologia latina di autunno è autumnus, è formato da auctus (participio di augere: ‘aumentare, arricchire’) e la desinenza -mnos (dal greco μένος).
Significa la stagione ricca di frutta che segue l’estate e aumenta la ricchezza dei contadini.
Sono partito dall’etimologia latina per un motivo ben preciso: per il significato che ne da di “aumentare, arricchire”.
A meno che qualcuno sbanchi al Superenalotto difficilmente ci si arricchisce in un lasso di tempo molto breve.
L’estate è subitanea, fulminea, bruciante.
La stagione da Cesenatico ad Ancona è un uragano: un giorno è maggio, il giorno dopo è già settembre.
L’estate ha fame di vita, sbrana i giorni come Gargantua ed è ingorda perché ogni giorno è il giorno migliore per Lei, in barba al tempo che scivola tra le mani a noi comuni mortali.
I giorni passano a una velocità degna di uno Shinkansen giapponese in un vortice di giornate passate a lavorare, serate ballate finché cedono le gambe, momenti di respiro cullati dalla brezza marittima e attimi di relax grazie a quelle cene di pesce in quelle location a lume di candela con la nostra fidanzata o i nostri amici, senza la preoccupazione di doversi portare dietro un maglioncino per non raffreddarsi.
L’autunno no. Non è niente di tutto questo.
Sono i diversi i colori dell’autunno nella Riviera Adriatica.
I Colori dell’autunno: un momento di pausa.
L’autunno è la stagione di chi ha bisogno di riflettere.
Le giornate si accorciano, il sole fa capolino indolente, la luce è più flebile, i costumi lasciano il posto alle felpe garzate, le foglie degli alberi cambiano colore in un valzer di cromie calde, i frutti della terra lasciano il posto alle mele e alle arance, alle zucche e i carciofi, il tepore del letto si aggrappa a noi rendendoci più complessa la sveglia, l’aria pizzica violenta la nostra pelle e il vento ruggisce.
E allora perché dovrei arricchirmi in autunno?
In autunno penso di potermi arricchire, perché per me le giornate scorrono più lente.
Si tira un bilancio estivo o si fanno nuovi progetti, si rompono delle promesse o si inventano delle nuove bugie, si parte stanchi o ci si ferma riposati.
Da quando ho iniziato a svegliarmi presto la mattina la mia vita è cambiata perché ho più tempo. Ho tempo per meravigliarmi.
Passeggiare al porto ha un sapore diverso: il sole non spacca il cemento ma si appoggia docile sui muretti e le banchine.
L’aria è frizzantina, piccantina, punzecchiante e ci costringe alle giacchette, ai pantaloni lunghi e alle calze a metà ginocchio.
Tutto questo segna un punto di rottura, un distacco, una linea di demarcazione.
Poterla avvertire e sentire così distintamente mi ha sempre fatto emozionare, perché forse siamo ancora capaci di ascoltare.
I colori dell’Autunno: perchè è possibile meravigliarsi in Riviera.
Ma che è bello è passeggiare al porto di Cesenatico d’autunno? Quanto è bello potersi abbracciare senza paura di rimanere incollati dal caldo?
Abbiamo il tempo per goderci la bellezza, ma non abbiamo l’eternità perché la bellezza è giovane e l’inverno è li pronto a prendersi il posto dell’autunno.
A prendersi il posto delle foglie gialle, arancioni, fulve, rosse e marroni. È lì in agguato pronto a farle cadere dai rami.
I colori dell’autunno nella Riviera Adriatica sono in realtà i cinque sensi: vista, udito, tatto, gusto, olfatto.
Il boato silenzioso dei passi sopra i tappeti di foglie secche e logore, ve lo ricordate come fa?
Ve lo ricordate il rumore delle castagne che scricchiolano e saltano e scottano con i tizzoni nel fuoco?
Le tenute e le loro degustazioni di vini, il sapore dei formaggi e il pane con i salumi, le camminate lungo il san Bartolo zitti guardando i passi.
Vestirsi eleganti per Le opere al Teatro Galli di Rimini, annodare le cravatte per i drammi al Teatro Rossini di Pesaro.
Le vetrine riccionesi con i più bei cappotti, la pioggia che sbatte sui vetri di una SPA coccolati dal tepore delle terme.
La pasta fatta in casa dalle sapienti mani delle azdore in tutti i ristoranti in Riviera.
I passatelli in brodo e gli spezzatini fumanti, i calici di Sangiovese e i tramonti in collina.
La bellezza di pedalare senza il traffico estivo, i musei Riminesi e le Gallerie Marchigiane.
I pub ricolmi di gente che vive, la musica dal vivo e le chiacchiere fuori dai locali.
Le partite di golf e le camminate lungo i prati verdi, le mostre fotografiche, il brusio dei pescatori e le librerie traboccanti di nuove uscite.
L’autunno per me è la bellezza di poter muovermi da Rimini a Fano senza l’angoscia di rimaner intrappolato in autostrada, a congelarmi la fronte con l’aria condizionata e squagliarmi come un ghiacciolo sulla strada. È prendere la moto e scoprire le Lame Rosse, o fare hiking ed emozionarsi di fronte la Gola del Furlo.
Godersi un picnic di fronte la diga di Ridracoli, o uscire in moto fino al Conero e meravigliarsi di fronte il tramonto. Camminare sul Monte Catria all’alba con i cani, con le loro zampe bagnate dalla brina e le nostre guance arrossate e pizzicate dal fresco della stagione.
L’autunno non strilla, ma ci sussurra la sua presenza tra i borghi di Gradara e Montegridolfo, tra lo scalpitio degli stivali sui ciottoli e i sanpietrini, tra la nebbia delle colline e la rugiada.
L’autunno in Riviera è la stagione di chi ha fretta di andare piano.