Scritto da Federica Pesaresi | 6′ di lettura
Finalmente è arrivato Dicembre, il mese più atteso e amato dell’anno.
Il Natale è alle porte e la magica atmosfera natalizia permea ogni città.
Le strade si illuminano, le vetrine luccicano con i loro pacchetti oro, le case si riempiono di decorazioni. Dalle finestre si intravedono alberi di Natale più colorati che mai. I bambini hanno già scritto la loro letterina.
Aspettano trepidanti Babbo Natale e le sue renne e sono già pronti ad offrire loro latte e biscotti per consentirgli una pausa “rigenerante” dopo il lungo viaggio.
Ovviamente, la mattina del 25 Dicembre la sveglia sarà prestissimo. L’emozione di scartare i regali sotto l’albero regna sovrana e il sonno può essere tranquillamente rinviato.
Crescendo, però, l’entusiasmo si appiattisce un po’. O meglio, si trasforma.
Sicuramente, non perdiamo più il sonno per scartare i doni sotto l’albero, che diventano secondari.
Continuiamo ad amare il Natale perché possiamo trascorrerlo con le persone che amiamo. Anche se, ripensandoci, più che il Natale amiamo le tradizioni ad esso legate.
In Romagna, da buone forchette quali siamo, la prima preoccupazione è rivolta al menù natalizio.
Regola numero uno: non esistono mezze misure. Il giorno di Natale si consuma un pasto unico in compagnia dei parenti: ci sediamo a tavola a colazione e tra una risata e l’altra, quasi senza accorgercene, ci alziamo la sera.
Qualche anno fa, la nota rivista Forbes ha incoronato l’Emilia Romagna come la regione in cui si mangia meglio e da Romagnola Doc non posso che essere d’accordo, oltre che fiera.
Specialmente a Natale, imbandiamo le tavole con ogni ben di Dio nel massimo rispetto della Tradizione.
Ma andiamo per ordine. Ecco i piatti Doc del Natale Romagnolo.
Natale in tavola: l’antipasto.
Partiamo dall’antipasto: semplicità e gusto sono le caratteristiche chiave.
A Rimini l’antipasto mette in tavola la tradizione contadina: taglieri di salumi di mora romagnola (razza suina autoctona) e squacquerone, formaggio vaccino fresco dal sapore acidulo, accompagnati dall’immancabile piadina romagnola sono un vero e proprio must.
Pensavate mi fossi dimenticata del brindisi d’inizio? Sbagliato.
L’acqua fa la ruggine, è risaputo.
Scegliete uno spumante secco, con uno basso grado di dolcezza e alzate i calici.
Natale in tavola: i primi.
E adesso la parte che preferisco: i primi piatti.
Stabiliamolo subito, a Rimini il bis di primi è d’obbligo. I più coraggiosi nel loro menù ne inseriscono addirittura tre, ma noi restiamo umili.
Il Romagnolo è “pastaiolo” (amante della pasta), non c’è niente da fare! Ama la pasta fresca fatta in casa, quella tirata rigorosamente al mattarello.
Al primo posto in classifica ci sono loro, i Cappelletti in Brodo. Non hanno rivali, vincono a mani basse.
Sono l’essenza del Natale riminese.
State, però, bene attenti a non confonderli con i Tortellini in brodo, che appartengono a Bologna, perché potreste letteralmente trafiggere il cuore di un riminese.
Questi piccoli scrigni di puro sapore sono realizzati con pochi semplici ingredienti: farina, uova e sale per la sfoglia, macinato e noce moscata per il ripieno cotti nel brodo di carne o cappone.
Non esagerate con la prima portata perché, dopo i Cappelletti in brodo, la pasta al forno è d’obbligo.
Date libero sfogo alla fantasia. Giusto per citarne qualcuna, potete scegliere tra Lasagne (gialle o verdi), Nidi di Rondine e Cannelloni.
Le Lasagne verdi fanno sempre Natale. Sono il primo più legato al passato, forse.
Sono le lasagne della nonna, il cui colore “verde” viene definito dagli spinaci bolliti che vengono incorporati alle uova e alla farina nella realizzazione della sfoglia.
A completare la poesia, tra uno strato di sfoglia e l’altro l’alternanza di ragù e besciamella.
Da esperta posso assicurarvi che dopo il bis di primi vi sentite piuttosto sazi. Ma non potete fermarvi adesso!
O meglio, se volete attirare le attenzioni dei parenti e dei loro “ma non hai mangiato niente” o “la dieta la inizi domani” siete sulla strada giusta.
In caso contrario, vi consiglio di fare un bel respiro e prepararvi ad affrontare le ultime due portate.
I secondi e i contorni del nostro Natale in tavola
Carne, carne e ancora… carne.
Stessa regola di prima. Almeno due secondi.
I grandi classici sono l’arrosto di vitello cotto in pentola, con il ripieno che fa da variante, e l’immancabile bollito, che altro non è che la carne con cui era stato preparato il brodo per i nostri cappelletti.
È un secondo già pronto ed è estremamente cheap!
Dovete solo preoccuparvi di scegliere la salsa giusta da abbinarci… in tutta franchezza, da solo fa un po’ “ospedale”. Infatti, potete scegliere se abbinarlo a della semplice maionese o alla tanto amata salsa verde, realizzata con prezzemolo, acciughe e capperi.
E i contorni?
Spazio alle intramontabili patate al forno, alle erbe di campagna scottate in padella e ai gratin.
Che belli i vassoi colmi di pomodori, cipolle, melanzane, finocchi gratinati… uno tira l’altro!
Potete metterli anche in mezzo alla piadina, che non ho più citato anche se la sua presenza sulla tavola non ci ha mai abbandonato, e vi assicuro che le vostre papille gustative vi ringrazieranno.
Natale in tavola: c’è sempre spazio per il dolce.
Dopo una pausa di 10 minuti, giusto il tempo di dar modo allo stomaco di prepararsi all’ultimo round senza andare al tappeto, è arrivato il momento della grande entrée: i dolci.
Bravi, siete stati attenti: anche in questo caso il singolare rimane appannaggio della grammatica, perché non viene concepito.
Non c’è pasto che non vada concluso in dolcezza, figuriamoci a Natale.
Ormai l’avete capito: sono una vera “carbo lover” (per la gioia dei miei fianchi) e amo, ripeto amo, questo momento. Non mi risparmio mai, anche se il bottone dei pantaloni sta per scucirsi.
Da tradizione, a Rimini, tagliamo il pandoro “a stella”, lo farciamo con la crema di mascarpone e coroniamo il tutto con cioccolata o frutta. Estasi pura.
Ma non abbiamo finito. Il pandoro non può stare sulla tavola tutto solo.
Perché non aggiungere due bei panettoni al cioccolato, al pistacchio o nella veste più classica con i canditi? Detto fatto.
Se siete in zona potete assaggiare i panettoni artigianali della Pasticceria Garden.
Un altro brindisi è d’obbligo e un’altra bottiglia di spumante dolce viene stappata.
Se prima pensavate di essere in difficoltà, adesso la sazietà è vicina.
Non disperatevi, caffè e digestivi vengono in vostro soccorso e tornerete ad essere lucidi per qualche ora ancora.
Giusto il tempo per la tombola di Natale e per salutare i parenti.