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Genny Dradi | 3′ di lettura

Pasqua è, insieme al Natale, una delle ricorrenze principali del calendario cristiano e uno dei migliori momenti per riunirsi attorno a una tavola bandita e passare del tempo in compagnia.
Al di là delle tradizioni religiose, il cibo fa da padrone in questi momenti di festa e, oltre alle costanti che caratterizzano questa celebrazione, ogni luogo ha le sue tradizioni e consuetudini.
Anche la Romagna si caratterizza con le sue abitudini e usanze che fanno parte di una tradizione radicata e tramandata negli anni.
Questa festività oltre a rappresentare un evento importante dell’anno, porta con sé l’arrivo della primavera.

Il giorno di Pasqua in Romagna

Questo giorno di festa inizia con una colazione a base della tradizionale pagnotta pasquale romagnola con uvetta, spesso accompagnata dal salame nostrano. Un accostamento azzardato e una scelta particolare per la colazione, ma sicuramente un inizio gustoso per questa giornata.
Inoltre, a tavola, vengono aggiunte anche le uova sode benedette. Secondo la tradizione vengono fatte benedire nei giorni che precedono la Pasqua, colorate dai bambini che ne disegnano i gusci e grazie alla loro creatività realizzano capolavori colorati, in grado di portare allegria su tutte le tavole!

Il pranzo di Pasqua romagnolo

Il pranzo di Pasqua è un momento di convivialità e festeggiamenti, con piatti della tradizione e prelibatezze culinarie. Mamme, nonne e i membri di tutta la famiglia si sbizzarriscono nella scelta di un menù saporito e vario, da leccarsi i baffi e preparano con cura i piatti tipici.
Per gli antipasti piada, affettati e verdure di stagione quali carciofi e asparagi.
A seguire una selezione di primi caratteristici, come le lasagne tradizionali. Nella provincia di Rimini si prediligono tagliatelle e strozzapreti serviti come prevede la ricetta classica con il ragù, ma anche nella versione con il sugo di verdure. Sicuramente meno conosciuta, ma legata alla tradizione storica della Romagna, è la tardura, una minestra in brodo a base uova, parmigiano, pan grattato e noce moscata.
Il piatto principale, protagonista di questo pranzo primaverile è indubbiamente l’agnello, simbolo per eccellenza del sacrificio!

L’agnello è sicuramente la rappresentazione della Pasqua e non può mancare in questa giornata! Nella più radicata tradizione romagnola veniva cotto sul girarrosto sopra alle braci del camino nelle case di campagna, facendolo rosolare. Nel frattempo il lardo veniva avvolto nella carta oleata, infilzato su uno spiedo e messo sulla fiamma. Nel momento in cui iniziava a bruciare lo si spostava sulla carne, dove il lardo colava, sciogliendosi per effetto del calore. Una vera delizia, indubbiamente da provare!
In alternativa all’agnello, un classico è rappresentato dal coniglio in porchetta o nella sua versione alla cacciatora. Da qualche anno inoltre, l’attenzione animalista ha portato a una scelta a base di pesce, con pietanze come le seppie in umido con piselli, un piatto tipico della tradizione marinara della riviera.

Dulcis in fundo

Per concludere in bellezza, la colomba è il dolce della tradizione, simile all’impasto del panettone, presenta alcune differenze. Innanzitutto la forma, non più tondeggiante, ma come suggerisce il nome, ricorda quella della colomba. Inoltre, nella colomba è assente l’uvetta, mentre i canditi, soprattutto quelli all’arancia sono un ingrediente immancabile. Un’ulteriore differenza è data dalla copertura superficiale che nella colomba si compone di zucchero, albume e mandorle, con l’aggiunta dei granelli di zucchero, per dare vita a un dolce delizioso simbolo della Pasqua. Alla colomba, si aggiungono inoltre i dolci semplici della tradizione. Infatti, viene preparata spesso anche la classica zambela romagnola, una ciambella, in questo caso dalla forma allungata con granelle di zucchero sulla superficie. Questo dolce tipico romagnolo viene gustato con vini locali quali Sangiovese, Cagnina e Albana, dove viene solitamente imbevuta direttamente dentro il bicchiere. Altre delizie tipiche sono la pagnotta di Sarsina e la panina pasquale, che contiene liquore all’anice e cognac, entrambi dolci semplici, ma dal sapore unico!
Infine la giornata si conclude con le tanto amate uova di cioccolato! Fondente, al latte, con le nocciole, adatte a tutti i gusti; la tradizione di donare queste uova è radicata nella storia. Anticamente alla servitù venivano offerte uova nel periodo pasquale e per dimostrare la loro superiorità anche tra i nobili era abitudini regalarsi uova, ma in questo caso rivestite di metalli preziosi. In periodo di crisi, per poter mantenere la tradizione, un ignoto pasticcere europeo creò la versione al cioccolato, un regalo piacevole, ma indubbiamente più economico!

Tradizioni romagnole

Secondo l’usanza ormai non più esistente, nel riminese era tradizione nei secoli scorsi partecipare alla scampagnata del lunedì di Pasqua alle Grazie. Le famiglie si svegliavano all’alba, e dopo aver riempito i loro cesti delle prelibatezze tradizionali pasquali, si recavano a piedi sul Colle di Covignano. Qui, sceglievano un prato, stendevano le tovaglie e davano inizio al loro pic nic. Prima di fare ritorno a casa ci si dedicava alla raccolta delle erbe spontanee commestibili, mentre i ragazzini si divertivano a correre per i prati.

Questa è una delle tante tradizioni che, con il passare del tempo, purtroppo vengono abbandonate e si tramandano solamente nei nostri racconti. L’importanza delle tradizione è qualcosa di unico, da custodire e tramandare nel tempo!

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